Gole Del Sagittario

Sono note da tempo anche al di fuori dell’Abruzzo, per l’importanza naturalistica e per l’incomparabile bellezza paesaggistica.

Sono note da tempo anche al di fuori dell’Abruzzo, per l’importanza naturalistica e per l’incomparabile bellezza paesaggistica.

Alla metà del secolo scorso, risalgono le descrizioni dei viaggiatori inglesi Richard Keppel Craven ed Edward Lear che descrivono anche con particolari disegni l’ambiente delle gole, definendolo: «pauroso e bello».

Nonostante il turismo di massa che, le attraversa per raggiungere il paese di Scanno, ancora oggi rimangono particolarmente suggestive ed anche la strada stretta e tortuosa che vi si addentra non sembra un elemento estraneo al paesaggio.

Dal 1991 il comune di Anversa degli Abruzzi ha intrapreso una serie di iniziative per il recupero delle bellissime sorgenti di Cavuto e per la creazione di un’area protetta che tutelasse le gole. Attraverso passi successivi, con l’entusiasmo ed il lavoro degli amministratori ed abitanti di Anversa e con il contributo dei volontari del WWF di Sulmona e di Pescara è nata un’altra oasi del WWF ora trasformatasi in Riserva.

L’area protetta comprende un territorio di 450 ettari circa, che si estende dai 500 metri di quota a valle dell’abitato di Anversa, fino ai pascoli situati tra Pizzo Marcello e la zona di protezione esterna del vicino Parco nazionale d’Abruzzo a 1500 metri di quota.

La riserva è nata non solo grazie alla disponibilità degli abitanti di Anversa e Castrovalva ma anche, caso esemplare in Abruzzo, attraverso un’intesa raggiunta con i cacciatori che gestiscono la locale azienda faunistica venatoria, la cui disponibilità e collaborazione anche nei confronti del Parco nazionale d’Abruzzo era nota da tempo.

Le gole con alte pareti rocciose, rappresentano un ambiente che in tutto il mondo riveste particolare interesse faunistico, soprattutto per la nidificazione degli uccelli rapaci.
Spesso nelle forre più grandi e meglio conservate, si verifica no condizioni ottimali, per la deposizione di numerose specie di uccelli, che possono giungere a densità considerevoli, tali da far pensare a veri e propri “condomini ornitologici”…

Le gole del Sagittario, pur non raggiungendo i livelli delle grandi falesie norvegesi o delle hoces spagnole, presentano una notevole varietà di specie avifaunistiche grazie anche alla partico lare e felice posizione geografica.

Inserite tra le montagne del Parco nazionale d’Abruzzo ed il massiccio montuoso del monte Genzana, permettono agli uccelli che vi si riproducono di poter frequentare facilmente i vasti pascoli sovrastanti, ricchi di prede e di risorse trofiche in genere.
Basta affacciarsi da una casa di Anversa o di Castrovalva per riuscire ad osservare l’aquila reale che attraversa la valle o il falco pellegrino, che tenta di afferrare in volo uno dei tanti grac chi corallini, che nidificano anche a pochi metri dalla strada che attraversa le gole.

Nella riserva sono presenti numerose risorgive di acqua purissi ma con proprietà terapeutiche. Le gole del Sagittario morfologicamente rappresentano la tipi ca incisione fluviale, caratterizzata per l’appunto dalla morfologia a V, scavata e modellata nel tempo dall’azione erosiva dell’acqua.

Oggi possiamo renderci conto, osservando la profondità delle gole (100 metri dalla strada), di quanta massa d’acqua fluiva nella valle e dalle dimensioni dei massi e dei ciottoli abbandonati nel letto fluviale, ormai privo d’acqua, possiamo nel letto fluviale, ormai privo d’acqua, possiamo immaginare la potenza di trasporto che il fiume poteva avere.

Attualmente il fiume non scorre più nella valle; viene catturato a monte e l’acqua è utilizzata dall’Enel per fornire elettricità.

Geologicamente l’incisione fluviale, rappresenta un importante fronte complessivo: una linea di debolezza della struttura, legata a movimenti tettonici dell’area, sulla quale ha poi agito l’azione erosiva dell’acqua.
Le gole sono situate tra monte Miglio e monte Mezzana ad ovest e monte Genzana ad est e vanno inserite in un contesto regionale più ampio, legato al grande movimento di sollevamento a falde della catena appenninica.

I sedimenti appartengono alla successione carbonatica (sequenza di rocce costituita da sedimenti marini carbonatici), sono quindi costituiti da calcari ricchi di fossili quali i calcari giurassici (databili 200 milioni di anni) da ellipsactinie (coralli), calcari bioclastici cretacici (100 milioni di anni) da orbitoline ed orbitoidi (foraminiferi bentonici), lembi discontinui riferibili al Paleocene ed Eocene (rispettivaente 65 e 37 milioni di anni fa), e da calcari a macroforaminiferi alto oligocenici e del Miocene inferiore (20 milioni di anni) che costituiscono la ripida parete che segue fino al punto più depresso della valle posta ai piedi del paese di Castrovalva.

Invece, sul versante opposto a quello di AnversaCastrovalva, si ritrovano le torbiditi tortoniano-messiniane (otto milioni di anni) interessate da un’evidente erosione calanchiva che si può ammirare dalla strada provinciale 479 in prossimità di Anversa.

 

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Pagina aggiornata il 29/01/2024

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