San Marcello

La chiesa parrocchiale (XI sec.) è dedicata a S. Marcello papa e martire, patrono del paese. Costruita all’interno dell’abitato nell' XI secolo, è la più antica del paese.

La chiesa parrocchiale (XI sec.) è dedicata a S. Marcello papa e martire, patrono del paese. Costruita all’interno dell’abitato nell’ XI secolo, è la più antica del paese.

La chiesa si presenta nella sua ricostruzione rinascimentale voluta da Nicolò Di Procida come attestato dal suo stemma posto sopra il portale tardogotico.

I pregevoli battenti in legno di castagno sono stati eseguiti nel 1468 dal maestro Nicola da Sulmona, come si leggeva nella parte alta dell’infisso. Al di sopra del portale è fissata una lapide con inciso un castello, stemma del conte Nicolò da Procida.

L’attuale aspetto è il risultato di un rifacimento del 1803, quando fu demolita parte della facciata anteriore, che probabilmente presentava un porticato, con la ricostruzione del campanile e dello sperone.

L’interno è diviso in due ambienti dall’unico pilastro cruciforme, sul quale poggiano i due archi longitudinali (il primo a sesto acuto, il secondo a sesto rotondo), e l’arco trasversale a tutto sesto.

Quest’ultimo divide lo spazio laterale in due campate rettangolari di dimensioni diverse.

Le pareti interne erano affrescate, come testimoniano le estese tracce scoperte recentemente nella parte alta della parete di fondo; i due affreschi rappresentanti Santa Caterina di Alessandria e S. Antonio Abate rinvenuti sul lato destro dopo l’ingresso e quelli, già noti ed in cattivo stato, posti in una parete della scalinata del campanile.

Il portale tardo-gotico risale alla seconda metà del XV secolo e ha nella lunetta tribolata un affresco di autore ignoto, rappresenta la Madonna col Bambino tra San Marcello e San Vincenzo martire, la cui data di esecuzione è apposta sul margine superiore dell’architrave: 1472.

Motivi ornamentali scolpiti (vegetali, esseri antropomorfi, animali) impreziosiscono il portale, che presenta una rarità nel trilobo posto nella lunetta sestiacuta, rivela un’influenza borgognona.
I battenti, conservati all’interno della chiesa, sono in legno di castagno e furono eseguiti nel 1468 ad opera del maestro Nicola da Sulmona.

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Pagina aggiornata il 29/01/2024

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